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CFWA_Agenzie Stampa 10.1.2017
TLC: BANDA LARGA SULLE RETI ANAS, ACCORDO CON OPEN FIBER

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Banda ultralarga lungo la rete stradale nazionale, gestita dall'Anas (26.409 chilometri), con l'obiettivo da una parte di abbattere i costi della diffusione capillare delle nuove reti in fibra ottica (per arrivare poi dalle strade alle case) e dall'altra di sviluppare il progetto 'Smart Road' dell'Anas. Anas e OpEn Fiber, societa' partecipata da Enel e Cassa Depositi e Prestiti, hanno firmato oggi la prima convenzione per la diffusione della banda ultralarga in Italia che consentira' l'installazione lungo la rete stradale (quella dell'Anas) di cavi di comunicazione elettronica ad alta velocita' in fibra ottica. 'Questo modello di convenzione – spiega un comunicato Anas – e' realizzato    coerentemente al Piano Strategico per la diffusione della Banda Ultralarga varato dal Governo e conforme alla nuova normativa di settore, e sara' sottoposto alla firma anche di altri operatori di reti di telecomunicazioni aperte al pubblico'.  'La convenzione – ha commentato il Presidente di Anas Gianni Vittorio Armani – consente ad Anas la possibilita' di realizzare le infrastrutture di rete in fibra ottica, anche per conto di OpEn Fiber, permettendo cosi' di ridurre il digital divide. La capillarita' della rete stradale di Anas costituisce, infatti, elemento di forza e di attrazione di investimenti per gli operatori che potranno cosi' promuovere una maggiore diffusione dell'accesso ai servizi internet based ad alta velocita' in tutta Italia. Il programma Anas prevede una prima fase di posa della fibra ottica (spenta) fino a circa 3.000 km di rete, a partire dall'anno in corso'.

VIVENDI: CREDIT SUISSE, SU MEDIASET ESITO INCERTO

(ANSA) – Nemmeno gli analisti azzardano una soluzione al conflitto tra Vivendi e Mediaset. "Esito incerto" conclude in un report Credit Suisse e si astiene dal prevedere la conclusione in attesa, a marzo, dell'udienza al Tribunale di Milano a cui il Biscione si e' rivolto per far rispettare le clausole del contratto che prevedevano l'acquisto di Mediaset Premium. "E' chiaro che Vivendi non desidera piu' possedere il 100% di Premium", meglio pagare solo i danni, secondo gli analisti, piuttosto che accollarsi l'acquisto della pay tv. Vivendi e Mediaset potrebbe pero' raggiungere un accordo prima della data del processo, uno scenario possibile anche se nessuno si sbilancia, e infine c'e' l'ipotesi che intervenga l'Agcom per costringere Vivendi, che gia' ha una quota di controllo in Telecom, a cedere la sua partecipazione limitandola al 10% (una vendita, osservano gli analisti, sarebbe probabilmente in perdita).

TELECOM: NESSUN PROGETTO FUSIONE CON OI BRASILE

(ANSA) – Tornano i rumors di una possibile fusione tra Tim Brasile e Oi sulle dichiarazioni alla stampa carioca di Naguib Sawiris e in ambienti Telecom tornano contemporaneamente a smentire. "Non c'e' nessuna intenzione di fondere Tim Brasile con Oi e le indiscrezioni di stampa sono prive di fondamento" si apprende da fonti vicine al Gruppo telefonico

TELEKOM CROAZIA ACQUISTA 76,5% TELEKOM MONTENEGRO

(ANSA) – Telekom Croazia ha acquisito il 76,53% delle azioni di Telekom Montenegro da Magyar Telekom, per 123,5 milioni di euro. Lo riporta il quotidiano montenegrino Vijesti, riferendo che il contratto di acquisto e' stato firmato oggi. Le tre societa' sono controllate da Deutsche Telekom, per cui si tratta di un'operazione all'interno del gruppo. Il motivo del passaggio, secondo quanto riferito dai rappresentanti di Magyar Telekom, e' la vicinanza del mercato croato con quello montenegrino che permettera' l'ottimizzazione delle risorse, dei processi operativi e dello scambio di conoscenze e tecnologie. Deutsche Telekom e' presente in oltre 50 Paesi. La sua controllata croata e' il leader sul mercato nazionale, con un milione di utenti di linea fissa, 3,2 milioni di utenti di rete mobile e 740 mila utenti di Internet a banda larga.

TV: ANTITRUST, SU WEB RISCHI DA LEGAMI OPERATORI RETE E FORNITORI CONTENUTI 

(AdnKronos) – Internet è un mezzo sempre piu' importante per la diffusione dell'audiovisivo e proprio da questo ruolo crescente della rete possono derivare rischi dai legami tra operatori di rete e fornitori di contenuti: è l'Antitrust a sottolinearlo nella sua Indagine conoscitiva sul settore audiovisivo ultimata peraltro prima della scalata di Vivendi (primo azionista di Telecom Italia) a Mediaset di cui il gruppo francese detiene il 28,8%   del capitale. "Per quanto concerne i rischi di limitare o escludere l'accesso a mercati verticalmente collegati, derivanti da accordi di natura verticale o legami partecipativi tra operatori di rete e fornitori di servizi media televisivi, l'Autorità vigilerà al fine di evitare eventuali effetti preclusivi che limitino lo sviluppo dei mercati e il pieno dispiegamento degli effetti della concorrenza a favore dei consumatori" si legge nell'Indagine. Pertanto, l"'Autorità vigilerà sui singoli casi di specie in attuazione delle norme in materia di tutela della concorrenza e del mercato e di verifica preventiva delle concentrazioni al fine di evitare che simili condotte possano determinare effetti preclusivi limitativi della concorrenza". Nell'Indagine l'Antitrust evidenzia anche una serie di criticità legate alla "ridotta penetrazione delle reti Nga", le nuove reti per la banda ultralarga. "In questo senso, si accolgono con favore le politiche pubbliche di stimolo e investimento nelle reti a banda ultra larga in fibra ottica, con l'auspicio che esse possano permettere un più ampio grado di concorrenza, anche infrastrutturale, tra le piattaforme trasmissive", si legge nel documento. Infatti tra le maggiori problematiche concorrenziali rilevate nel corso dell'indagine conoscitiva per lo sviluppo del settore audiovisivo relative al web vi è "l'insufficiente penetrazione di reti di accesso con velocità adeguate". Di contro c'è uno sviluppo delle televisioni connesse ad Internet (smart TV) ed i decoder connessi (set-top box). Il dato relativo alle smart TV, ad esempio, mostra un incremento del numero di dispositivi di circa 10 volte in due anni, da 500 mila dispositivi nel 2012 a circa 5 milioni di apparecchi venduti nel 2014. L'Italia è uno dei paesi europei con la maggiore percentuale di tv connesse ad Internet, pari a circa il 17% della popolazione.

YAHOO: DOPO FUSIONE CON VERIZON DIVENTERA’ ALTBAB, LASCIA MAYER

(AGI/AFP) – Il colosso Usa Yahoo cambiera' nome e dientera' Altaba e il ceo Marissa Mayer lascera' il board della compagnia non appena scattera' la fusione con Verizon. Nel luglio scorso Yahoo ha concordato la cessione per 4,8 miliardi di dollari delle sue attivita' internet (siti, business punnlicitario, posta elettronica e app) al gigante delle tlc Verizon. L'operazione non si e' ancora conclusa a causa dei ripetuti attacchi hacker alla rete di Yahoo che hanno causato la violazione di oltre 1,5 miliardi di account. Verizon pero' non ha rinunciato al programmato acquisto, anche se intende vederci chiaro sui buchi nella rete di sicurezza di Yahoo e sta ricontrattando il prezzo di acquisto. Celbrato il matrimonio, Yahoo scomparira' e verra' ribattezzata Altaba, una societa' di investimento dentro la quale rimarranno le azioni di Yahoo, la partecipazione del 15% nel colosso cinese dell'e-commerce Alibaba e quella del 35% in Yahoo Japon. Una volta scattata la fusione, il board di Yahoo passera' da 11 a 5 membri e, con Mayer, se ne andra' anche uno dei coofondatori della societa', David Filo. Il presidente di Altaba sara' Eric Brandt, ex direttore finanziario di Booadcom. Mayer ha lasciato intendere la sua intenzione di seguire le attivita' di internet di Yahoo e dunque di lavorare dentro Verizon. "Io personalmente – ha detto – ho intenzione di restare. Amo Yahoo, e credo in tutti voi. E' importante per me seguire il prossimo capitolo di Yahoo". Le 6 dimissioni dei membri del board, si legge in comunicato, "avranno effetto subito dopo la fusione e non sono legate ad alcun disaccordo con l'impresa".
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