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Operatori wireless in allarme per le frequenze non assegnate

Tlc. Spada (Cfwa): penalizzati nelle gare per la banda ultralarga

IL NODO Le aziende che forniscono connettività con ponti radio chiedono le «3.6-3.8 GHz» che il Mise non ha ancora messo a bando.

«A dicembre, dopo molte insistenze e ritardi, sono arrivate le linee guida per l’assegnazione delle frequenze 3.6-3.8 GHz, da parte di Agcom». Quel che serve ora è il bando, ma proprio questo, spiega Luca Spada, presidente della Coalizione del Fixed Wireless Access (Cfwa) -oltre 6o operatori italiani – è il punto dolente: «Il Mise ancora non si è mosso. E noi così rischiamo di subire una pesante discriminazione nei bandi per portare la banda ultra-larga nelle cosiddette aree C e D, a fallimento di mercato». Luca Spada è presidente di questa aggregazione, nata ad aprile, di aziende che offrono connettività a banda larga e ultra-larga (sopra i 3o Mbps) a famiglie e imprese grazie al wireless, soprattutto nelle aree più disagiate. Niente cavi dunque, ma ponti radio e antenne. Da anni Spada conduce una battaglia per far sì che siano assegnate le frequenze 3.6-3.8 GHz: «Ci permetterebbero di offrire i 1oo megabit per secondo. E invece ora dobbiamo accontentarci dei 3o Mega». La coalizione Cfwa sul punto sembra però sempre meno disposta ad attendere: «Le linee guida di Agcom ci avevano fatto sperare. Ora il problema però inizia a diventare pesante con i bandi Bul per le aree C e D», partiti nella fase di pre-qualifica per sette regioni (ieri il ministero dello Sviluppo ha comunicato l’aggiunta del Piemonte ad Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto). È nel frattempo atteso l’ok di Bruxelles. «Abbiamo avuto la rassicurazione dalla Commissione che la decisione sarà pubblicata entro fine mese», ha detto ieri al convegno di Corcom il vice segretario generale di Palazzo Chigi, Raffaele Tiscar. Con i bandi per le aree C e D si punta a portare la banda ultralarga a 7.30o Comuni nelle aree a fallimento di mercato. «Si dovrà cablare con una velocità di 8 comuni al giorno da qui al 2o2o», ha spiegato, sempre dal convegno Corcom, l’ad di Infratel, Salvatore Lombardo prevedendo «i primi cantieri entro fine anno». «Questi bandi – spiega Spada – prevedono la neutralità tecnologica. Quindi gli obiettivi possono essere raggiunti con la fibra, ma anche con le nostre soluzioni». Il problema, spiega il presidente Cfwa, «sta nel fatto che senza avere a disposizione le frequenze che chiediamo e che ci spettano come più volte ribadito dalla Ue, noi finiamo per uscirne depotenziati nella nostra offerta. Per poter garantire un servizio continuativo e stabile, come previsto dai bandi, ci servono infatti frequenze licenziate, appunto le 3.6-3.8 GHz, e non quelle a libero uso sulle quali al momento operiamo». Al Mise si sta lavorando su questo fronte. «A questo punto però – dice Spada – c’è il rischio che si arrivi dopo l’emanazione dei bandi per le aree C e D. Noi abbiamo fatto presente il problema e la necessità di far slittare, se serve, questi stessi bandi. Lo abbiamo fatto ufficialmente in risposta alla consultazione Infratel sull’Addendum del Piano Bul. Peccato che la consultazione scadesse il 13 giugno. Proprio il giorno di pubblicazione dei bandi».

di Andrea Biondi

Fonte

Il Sole 24 Ore

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