Dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote. Questa una delle proposte avanzate dalla Coalizione del fixed wireless access (Cfwa), che rappresenta gli operatori del settore nel corso del convegno annuale che si è tenuto oggi.
L’Fwa, soluzione basata sull’integrazione tra fibra ottica e ponti radio per offrire servizi di banda ultralarga (oltre 30Mbps), ha un ruolo importante nel superamento del digital divide. A fine giugno 2019 gli accessi Fw sono cresciuti dell’11% su base annua sfiorando 1,3 milioni di linee.
Per rispondere alle domande di Internet dei territori, Cfwa sta lavorando a un accordo con Terna che prevede l’installazione di apparati di operatori wireless sui tralicci in alta tensione della società. L’intesa è centrale nel progetto di connettere alla rete Internet anche le aree più periferiche ed economicamente svantaggiate.
“Questo paese può salvarsi solo con la digitalizzazione e per ricollegare coloro che sono rimasti indietro proponiamo una ricetta molto semplice: dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote”, ha spiegato Enrico Boccardo, presidente di Cfwa. “Come dimostrano i ritardi nei piani per la banda ultralarga di Infratel certe aree non verranno raggiunte nemmeno con gli aiuti di Stato e si stanno accumulando ritardi preoccupanti”.
“Il nostro modello di business – ha osservato Boccardo – è più veloce e più sostenibile perché non dobbiamo fare scavi. Anche l’accordo a cui stiamo lavorando con Terna va in questa direzione: i tralicci di Terna diventeranno un asset dove poggiare le nostre antenne e raggiungere velocemente i clienti”.
Gli operatori wireless possiedono un’infrastruttura piuttosto snella che si appoggia, di solito, a poche decine di ponti radio. Da qui la proposta di Cfwa: “Rendere accessibili i primi 80 collegamenti a costi sostenibili per un piccolo operatore. È una misura che costerebbe pochissimo nella fase iniziale ma che nel medio-lungo periodo porterebbe risorse nelle casse dello Stato contribuendo a far crescere l’economia locale”, sottolinea Boccardo.