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Category "Rassegna Stampa"

“Il Paese è a rischio di recessione tecnologica: il Mise non ha ancora assegnato le deleghe ai sottosegretari, il Cobul è fermo dal 17 luglio e solo ieri il presidente Conte ha battuto un colpo, il piano per la banda ultralarga è in ultra ritardo e, nonostante i nostri ordini del giorno in Aula e la nostra proposta di Risoluzione in Commissione, il Governo tiene congelati 1,3 miliardi di euro per i voucher. Se davvero vogliamo superare il digital divide, realizzare una rete nazionale e soprattutto garantire fin da subito una connessione dignitosa a tutti i cittadini, dobbiamo sostenere concretamente gli imprenditori che hanno creduto nell’fwa, realizzando di fatto quanto non e’ stato in grado di fare lo Stato. Due le priorità subito praticabili: ridurre i costi delle frequenze, come la Lega chiede da oltre un anno, e far conoscere l’fwa come scelta possibile, anche attraverso un maggior coinvolgimento di Agcom che deve dedicare risorse umane ed economiche alla semisconosciuta Broadband Map”. Lo dichiara Massimiliano Capitanio, deputato Lega, Segretario della Vigilanza Rai e membro della Commissione Poste, Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, intervenuto al convegno annuale della Coalizione del Fixed Wireless Access. Broadband Map Il Decreto Salva Italia ha dato all’Autorità il compito di costituire una banca dati di tutte le reti di accesso ad Internet esistenti sul territorio nazionale. La banca dati offre la possibilita’ di analizzare lo stato di sviluppo dell’offerta di accesso ad Internet al singolo indirizzo e di fare valutazioni comparative sulle diverse tecnologie e velocita’. Le informazioni possono essere utilizzate per sapere a casa propria quale infrastruttura di accesso ad Internet arriva o per identificare eventuali misure per colmare il divario digitale. La banca dati è disponibile all’indirizzo maps.agcom.it.

Fonte: Articolo Ansa

La tecnologia Fixed Wireless Access (FWA) in Italia e il suo contributo per raggiungere più rapidamente i risultati di copertura fissati a livello europeo. Smart City e Internet of Things (IoT). Il ruolo della politica. Questi i temi del Convegno annuale della Coalizione del Fixed Wireless Access (CFWA), che rappresenta gli operatori del settore, alla presenza degli Onorevoli Luca Carabetta e Paolo Giuliodori, Movimento 5 Stelle; dell’On. Enza Bruno Bossio, Partito Democratico, e dell’On. Massimiliano Capitanio, Lega. L’FWA, soluzione basata sull’integrazione tra fibra ottica e ponti radio per offrire servizi di banda ultralarga (oltre 30Mbps), ha un ruolo importante nel superamento del digital divide. A fine giugno 2019 gli accessi FW sono cresciuti dell’11% su base annua sfiorando 1,3 milioni di linee (Agcom: Osservatorio delle comunicazioni, 16 ottobre 2019).

Per rispondere alle domande di Internet dei territori, CFWA sta lavorando a un accordo con Terna che prevede l’installazione di apparati di operatori wireless sui tralicci in alta tensione della società. L’intesa è centrale nel progetto di connettere alla rete Internet anche le aree più periferiche ed economicamente svantaggiate. “Questo Paese può salvarsi solo con la digitalizzazione e per ricollegare coloro che sono rimasti indietro proponiamo una ricetta molto semplice: dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote”, spiega Enrico Boccardo, Presidente di CFWA. “Come dimostrano i ritardi nei piani per la banda ultralarga di Infratel certe aree non verranno raggiunte nemmeno con gli aiuti di Stato e si stanno accumulando ritardi preoccupanti. Il nostro modello di business – osserva Boccardo – è più veloce e più sostenibile perché non dobbiamo fare scavi. Anche l’accordo a cui stiamo lavorando con Terna va in questa direzione: i tralicci di Terna diventeranno un asset dove poggiare le nostre antenne e raggiungere velocemente i clienti”.

“Auspico che sia possibile individuare a breve le modalità più opportune per permettere anche ai piccoli operatori di fare investimenti nelle frequenze – commenta l’On. Carabetta – per garantire la concorrenza e dare slancio allo sviluppo tecnologico dei territori”. Sulla stessa linea l’On. Giuliodori che sottolinea l’importanza che “la politica non imbrigli la libera iniziativa con un’eccessiva regolamentazione, intervenendo dove strettamente necessario, in modo da non strozzare il mercato e creare una disparità in termini di concorrenza che colpisce soprattutto le piccole imprese”.

Gli operatori wireless possiedono un’infrastruttura piuttosto snella che si appoggia, di solito, a poche decine di ponti radio. Da qui la proposta di CFWA: “Rendere accessibili i primi 80 collegamenti a costi sostenibili per un piccolo operatore. È una misura che costerebbe pochissimo nella fase iniziale ma che nel medio-lungo periodo porterebbe risorse nelle casse dello Stato contribuendo a far crescere l’economia locale”, sottolinea Boccardo.

“Come evidenziato dai dati dell’Indice Desi1, gli investimenti fatti negli ultimi anni anche nelle aree bianche non hanno ancora dato un impulso decisivo allo sviluppo della domanda di connettività. 1 Indice di digitalizzazione dell’economia e della società Come parlamentari abbiamo il dovere di verificare, anche con Infratel, quanta parte dell’infrastruttura in fibra esistente sia al momento inutilizzata, al fine di trovare le soluzioni più adeguate per colmare il Digital divide”, così l’On. Bruno Bossio (PD).

Per l’On. Capitanio “E’ necessario intervenire al più presto sui voucher per evitare che vadano disperse le risorse stanziate per il rilancio della domanda di connettività sui territori, come abbiamo richiesto in una risoluzione presentata presso la Commissione Trasporti della Camera”. Aspettando la rivoluzione del 5G, l’Internet of Things sta già proiettando l’Italia in un mondo che nel giro di pochi anni porterà a interconnettere persone e oggetti. Numerosi paesi hanno già promosso lo sviluppo delle soluzioni LPWAN (Low Power Wide Area Network) e di standard aperti per favorire lo sviluppo di un ecosistema digitale innovativo che costituirà la base anche per successive evoluzioni tecnologiche.

L’Italia però sconta la specificità del contesto nazionale legata all’utilizzo delle frequenze 863-870 MHz da parte del Ministero della Difesa e che ha portato all’avvio di una fase di sperimentazione da parte degli operatori. L’esito di queste sperimentazioni ha dimostrato come sia possibile già oggi uscire dalla fase transitoria per consentire la definitiva affermazione delle soluzioni LPWAN e favorire l’avvio degli investimenti nel settore IoT. CFWA chiede quindi che vengano presi quanto prima i necessari provvedimenti ministeriali perché, come dimostrano le analisi relative all’efficienza tecnica ed economica, il moltiplicatore economico della banda 863-870 MHz è tra i più alti e frenarne lo sviluppo significherebbe generare un danno sia per il sistema produttivo sia per i consumatori finali.

 

Fonte: https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/13533903/cfwa-ridurre-i-costi-delle-frequenze-per-digitalizzare-il-paese-allo-studio-un-accordo-con-terna.html

Dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote. Questa una delle proposte avanzate dalla Coalizione del fixed wireless access (Cfwa), che rappresenta gli operatori del settore nel corso del convegno annuale che si è tenuto oggi.

L’Fwa, soluzione basata sull’integrazione tra fibra ottica e ponti radio per offrire servizi di banda ultralarga (oltre 30Mbps), ha un ruolo importante nel superamento del digital divide. A fine giugno 2019 gli accessi Fw sono cresciuti dell’11% su base annua sfiorando 1,3 milioni di linee.

Per rispondere alle domande di Internet dei territori, Cfwa sta lavorando a un accordo con Terna che prevede l’installazione di apparati di operatori wireless sui tralicci in alta tensione della società. L’intesa è centrale nel progetto di connettere alla rete Internet anche le aree più periferiche ed economicamente svantaggiate.

“Questo paese può salvarsi solo con la digitalizzazione e per ricollegare coloro che sono rimasti indietro proponiamo una ricetta molto semplice: dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote”, ha spiegato Enrico Boccardo, presidente di Cfwa. “Come dimostrano i ritardi nei piani per la banda ultralarga di Infratel certe aree non verranno raggiunte nemmeno con gli aiuti di Stato e si stanno accumulando ritardi preoccupanti”.

“Il nostro modello di business – ha osservato Boccardo – è più veloce e più sostenibile perché non dobbiamo fare scavi. Anche l’accordo a cui stiamo lavorando con Terna va in questa direzione: i tralicci di Terna diventeranno un asset dove poggiare le nostre antenne e raggiungere velocemente i clienti”.

Gli operatori wireless possiedono un’infrastruttura piuttosto snella che si appoggia, di solito, a poche decine di ponti radio. Da qui la proposta di Cfwa: “Rendere accessibili i primi 80 collegamenti a costi sostenibili per un piccolo operatore. È una misura che costerebbe pochissimo nella fase iniziale ma che nel medio-lungo periodo porterebbe risorse nelle casse dello Stato contribuendo a far crescere l’economia locale”, sottolinea Boccardo.

Fonte: https://it.finance.yahoo.com/notizie/tlc-cfwa-tagliare-costi-frequenze-per-ridurre-digital-143315956.html

Allo studio un accordo con Terna per connettere a Internet wireless anche le aree remote.
La tecnologia Fixed Wireless Access (FWA) in Italia e il suo contributo per raggiungere più rapidamente i risultati di copertura fissati a livello europeo. Smart City e Internet of Things (IoT). Il ruolo della politica. Questi i temi del Convegno annuale della Coalizione del Fixed Wireless Access (CFWA), che rappresenta gli operatori del settore, alla presenza degli Onorevoli Luca Carabetta e Paolo Giuliodori, Movimento 5 Stelle; dell’On. Enza Bruno Bossio, Partito Democratico, e dell’On. Massimiliano Capitanio, Lega.
L’FWA, soluzione basata sull’integrazione tra fibra ottica e ponti radio per offrire servizi di banda ultralarga (oltre 30Mbps), ha un ruolo importante nel superamento del digital divide. A fine giugno 2019 gli accessi FW sono cresciuti dell’11% su base annua sfiorando 1,3 milioni di linee (Agcom: Osservatorio delle comunicazioni, 16 ottobre 2019).
Per rispondere alle domande di Internet dei territori, CFWA sta lavorando a un accordo con Terna che prevede l’installazione di apparati di operatori wireless sui tralicci in alta tensione della società. L’intesa è centrale nel progetto di connettere alla rete Internet anche le aree più periferiche ed economicamente svantaggiate.
“Questo Paese può salvarsi solo con la digitalizzazione e per ricollegare coloro che sono rimasti indietro proponiamo una ricetta molto semplice: dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote”, spiega Enrico Boccardo, Presidente di CFWA. “Come dimostrano i ritardi nei piani per la banda ultralarga di Infratel certe aree non verranno raggiunte nemmeno con gli aiuti di Stato e si stanno accumulando ritardi preoccupanti. Il nostro modello di business – osserva Boccardo – è più veloce e più sostenibile perché non dobbiamo fare scavi. Anche l’accordo a cui stiamo lavorando con Terna va in questa direzione: i tralicci di Terna diventeranno un asset dove poggiare le nostre antenne e raggiungere velocemente i clienti”.
“Auspico che sia possibile individuare a breve le modalità più opportune per permettere anche ai piccoli operatori di fare investimenti nelle frequenze – commenta l’On. Carabetta – per garantire la concorrenza e dare slancio allo sviluppo tecnologico dei territori”. Sulla stessa linea l’On. Giuliodori che sottolinea l’importanza che “la politica non imbrigli la libera iniziativa con un’eccessiva regolamentazione, intervenendo dove strettamente necessario, in modo da non strozzare il mercato e creare una disparità in termini di concorrenza che colpisce soprattutto le piccole imprese”.
Gli operatori wireless possiedono un’infrastruttura piuttosto snella che si appoggia, di solito, a poche decine di ponti radio. Da qui la proposta di CFWA: “Rendere accessibili i primi 80 collegamenti a costi sostenibili per un piccolo operatore. È una misura che costerebbe pochissimo nella fase iniziale ma che nel medio-lungo periodo porterebbe risorse nelle casse dello Stato contribuendo a far crescere l’economia locale”, sottolinea Boccardo.
“Come evidenziato dai dati dell’Indice Desi , gli investimenti fatti negli ultimi anni anche nelle aree bianche non hanno ancora dato un impulso decisivo allo sviluppo della domanda di connettività. Come parlamentari abbiamo il dovere di verificare, anche con Infratel, quanta parte dell’infrastruttura in fibra esistente sia al momento inutilizzata, al fine di trovare le soluzioni più adeguate per colmare il Digital divide”, così l’On. Bruno Bossio (PD).
Per l’On. Capitanio “E’ necessario intervenire al più presto sui voucher per evitare che vadano disperse le risorse stanziate per il rilancio della domanda di connettività sui territori, come abbiamo richiesto in una risoluzione presentata presso la Commissione Trasporti della Camera”.
Aspettando la rivoluzione del 5G, l’Internet of Things sta già proiettando l’Italia in un mondo che nel giro di pochi anni porterà a interconnettere persone e oggetti. Numerosi paesi hanno già promosso lo sviluppo delle soluzioni LPWAN (Low Power Wide Area Network) e di standard aperti per favorire lo sviluppo di un ecosistema digitale innovativo che costituirà la base anche per successive evoluzioni tecnologiche.
L’Italia però sconta la specificità del contesto nazionale legata all’utilizzo delle frequenze 863-870 MHz da parte del Ministero della Difesa e che ha portato all’avvio di una fase di sperimentazione da parte degli operatori. L’esito di queste sperimentazioni ha dimostrato come sia possibile già oggi uscire dalla fase transitoria per consentire la definitiva affermazione delle soluzioni LPWAN e favorire l’avvio degli investimenti nel settore IoT. CFWA chiede quindi che vengano presi quanto prima i necessari provvedimenti ministeriali perché, come dimostrano le analisi relative all’efficienza tecnica ed economica, il moltiplicatore economico della banda 863-870 MHz è tra i più alti e frenarne lo sviluppo significherebbe generare un danno sia per il sistema produttivo sia per i consumatori finali.

Il presidente Boccardo: “L’Italia si rilancia solo se si connettono i territori rimasti indietro”. In cantiere accordo con Terna per installare apparati sui tralicci in alta tensione.

Connettere a Internet wireless anche le aree remote. È questo l’obiettivo dell’accordo con Terna a cui sta lavorando la coalizione del Fixed Wireless Access (Cfwa): si prevede l’installazione di apparati di operatori wireless sui tralicci in alta tensione della società.

“Questo Paese può salvarsi solo con la digitalizzazione e per ricollegare coloro che sono rimasti indietro proponiamo una ricetta molto semplice: dare agli operatori wireless la possibilità di espandersi, a livello regionale e nazionale, abbassando il costo delle frequenze per portare i collegamenti Internet nelle aree remote – ha spiegato Enrico Boccardo, presidente di Cfwa in occasione del convegno annuale – Come dimostrano i ritardi nei piani per la banda ultralarga di Infratel certe aree non verranno raggiunte nemmeno con gli aiuti di Stato e si stanno accumulando ritardi preoccupanti. Il nostro modello di business è più veloce e più sostenibile perché non dobbiamo fare scavi. Anche l’accordo a cui stiamo lavorando con Terna va in questa direzione: i tralicci di Terna diventeranno un asset dove poggiare le nostre antenne e raggiungere velocemente i clienti”.

A fine giugno 2019 gli accessi Fw sono cresciuti dell’11% su base annua sfiorando 1,3 milioni di linee (Agcom: Osservatorio delle comunicazioni, 16 ottobre 2019).

Gli operatori wireless possiedono un’infrastruttura piuttosto snella che si appoggia, di solito, a poche decine di ponti radio. Da qui la proposta di Cfwa: “Rendere accessibili i primi 80 collegamenti a costi sostenibili per un piccolo operatore. È una misura che costerebbe pochissimo nella fase iniziale ma che nel medio-lungo periodo porterebbe risorse nelle casse dello Stato contribuendo a far crescere l’economia locale”, ha detto Boccardo.

Al centro del convegno annuale il ruolo della tecnologia Fixed Wireless Access (FWA) in Italia e il suo contributo per raggiungere più rapidamente i risultati di copertura fissati a livello europeo.

Fonte: https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/lappello-di-cfwa-abbassare-costo-frequenze-per-colmare-gap-aree-remote/

“Come coalizione del wireless stimiamo che l’apertura dei servizi IoT (internet of things, ndr) alla commercializzazione sulle frequenze” 868 al momento utilizzate dal ministero della Difesa “sarebbe un volano importante per le economie dei territori con una crescita di fatturato che nei prossimi tre anni potrebbe raddoppiare arrivando a un minimo di 10 miliardi di euro con un evidente impatto economico e anche sociale visto che alcune tipologie di sensoristica sono a vantaggio delle categorie piu’ svantaggiate”. Lo stima Enrico Boccardo, Presidente di Cfwa, ovvero la Coalizione del fixed wireless access. “Questo – aggiunge – perche’ le stime fatte finora si sono basate appunto sui servizi IoT che hanno un immediato riscontro da parte dagli enti di pubblica utilita’, come ad esempio gli smart metering degli acquedotti, ma con la stessa sensoristica si potrebbero aprire nuovi mercati in relazione alle migliaia di applicazioni d’uso”.

 

Fonte: https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_19.11.2019_18.20_48910763

Il governo intervenga per aiutare le aziende a portare la connessione internet senza l’utilizzo di fili nelle zone più isolate del Paese. Lo chiede Enrico Boccardo, presidente della Coalizione fixed wireless access (Cfwa), organizzazione che riunisce circa 60 operatori economici del settore. Boccardo spiega in che cosa consiste questa tecnologia e quali vantaggi potrebbe apportare al Paese, soprattutto nelle zone più isolate.

Cos’è, come funziona e a cosa serve il fixed wiless access?
È una tecnologia che consente di portare nelle nostre case internet senza l’utilizzo di fili, anche ad altissima velocità. Rappresenta quindi un’alternativa ai collegamenti via cavo ed è particolarmente utile per portare connessioni in qualsiasi angolo del territorio nazionale in tempi rapidi, anche in quelli più isolati. L’autorità delle Comunicazioni ha recentemente stimato che alla fine dello scorso mese di settembre le linee connesse ad internet con questa tecnologia erano circa 1,3 milioni, in crescita costante fin dalla sua nascita.

Che cosa chiedono al governo le aziende che operano in questo settore?
Il governo potrebbe aiutarci riducendo i costi per l’utilizzo delle frequenze. Almeno per gli operatori di telecomunicazioni medio/piccoli, per i quali questi costi sono particolarmente gravosi. In questo modo si favorirebbe lo sviluppo delle reti locali, rendendo per alcuni operatori conveniente investire anche dove nessun altro investe. In tal modo si potrebbe portare rapidamente la connessione in tutte quelle aree che ancora non hanno un adeguato accesso ad internet. Ci aspettiamo inoltre che le nostre reti non vengano escluse dai cd. voucher, ovvero dalla modalità individuata dal governo per stimolare la domanda di connessioni ad altissima velocità.

Quali vantaggi ci sarebbero per il Paese con questa tecnologia che porta internet anche nelle zone non servite dai grandi operatori?
I dati parlano chiaro: nelle zone a fallimento di mercato, ovvero nelle aree più isolate, non arriveranno i grandi operatori, perlomeno per molti anni, nemmeno con gli aiuti di Stato messi in atto dai vari governi. Le reti Fwa sono invece economicamente sostenibili e di rapida realizzazione, perché non comportano scavi e ci permettono quindi di portare subito l’internet ad altissime velocità in tutto il Paese.

Quante sono le aziende che aderiscono al vostro consorzio e che obiettivo si pongono?
Al momento sono oltre 60 operatori economici della filiera. Cfwa è una coalizione e non una semplice associazione, nel senso che raccoglie tutte le aziende della filiera. Pertanto, oltre agli operatori di accesso, abbiamo al nostro interno i sistemisti, gli operatori delle torri e i fornitori di apparati. Tutti insieme rappresentiamo il meglio dell’industria del fixed wireless italiano che offre soluzioni digitali ad alte prestazioni al Paese.

Rispetto alla fibra che vantaggi ci sono?
Le nostre torri saranno collegate alla fibra, tuttavia si tratta di due diverse tipologie di accesso alla rete, che possono coesistere insieme. Noi colleghiamo le torri in fibra ottica e poi copriamo via radio il tratto che intercorre tra queste e i nostri clienti. Lo facciamo in tempi rapidi e con costi minori, non avendo la necessità di scavi o fili. Questo reca generalmente una grande soddisfazione agli utenti, che possono sostituire la vecchia Adsl in rame con delle connessioni più adatte a soddisfare le loro attuali esigenze, come la visione di contenuti in streaming o l’utilizzo di videogiochi online. Tutto ciò ci dà la possibilità di mantenere la clientela anche laddove arriva il concessionario pubblico, perché nulla vieta ad un operatore wireless di collegarsi alla rete pubblica in fibra per continuare ad erogare i propri servizi.

Fonte: https://www.ilmessaggero.it/economia/news/fixed_wireless_access-4862594.html

Il manager confermato alla presidenza della Coalizione del Fixed Wireless Access: “La tecnologia porta vantaggi anche nelle aree dove arriva la fibra”. Ma avverte: “Serve liberare le frequenze 5,2 Ghz e 5,8 Ghz e modularne i costi”

“Inizia una nuova storia, ma è sempre la nostra storia”. Con queste parole Enrico Boccardo, confermato oggi alla Presidenza della Coalizione del Fixed Wireless Access “battezza” il suo mandato triennale.

La Coalizione punta a portare la banda larga in tutta Italia, zone impervie comprese, grazie alla tecnologia fixed wireless e rappresenta 60 imprese ad azionariato prevalentemente italiano per 8500 addetti. Boccardo è stato votato all’unanimità del Consiglio Direttivo, in occasione della terza Assemblea annuale che si è tenuta a Roma. Il manager, fondatore e presidente della torinese BBBELL, delinea a CorCom la sua strategia.

L’Fwa è uno straordinario strumento anti digital divide. Ma è possibile mettere a valore la tecnologia anche oltre la sua innegabile funzione sociale?

Il Fixed wireless ha contribuito in modo importante al superamento del digital divide in Italia perché è riuscita a portare l’accesso ad Internet veloce, anche nelle zone più difficili del Paese, quelle che nel piano Bul sono definite aree grigie e bianche. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: secondo gli ultimi dati rilasciati da Agcom nel 2018 c’è stato un incremento del 21% in termini di persone connesse e una crescita dei ricavi del settore del 30%. Proprio l’aumento del giro d’affari certifica il valore, anche economico, della tecnologia che può a buon diritto competere nelle aree già connesse in fibra.

Rispetto alla fibra, che vantaggi ha la tecnologia Fwa?

Essendo una soluzione basata sull’integrazione tra fibra ottica e ponti radio, l’Fwa non necessita di scavi e risulta una particolarmente efficace per raggiungere più rapidamente i risultati di copertura fissati a livello europeo nonché garantire connessioni fino a 1 giga in maniera stabile nel tempo. L’utente accede a Internet tramite un router che si aggancia al segnale via radio e poi lo distribuisce in casa tramite la normale rete Wifi.

La Coalizione Fwa si sta battendo da tempo per la liberazione di frequenze inutilizzate. Di cosa si tratta?

Si tratta di un “pacchetto” di frequenze – quelle 5,2 Ghz e le 5,8 Ghz – attigue a quelle che già utilizziamo (le 5,6 Ghz), particolarmente importanti per portare banda ultralarga dove serve. È particolarmente vantaggioso, per raggiungere gli obiettivi definiti dal piano Bul, liberare il prima possibile lo spettro 5,8 Ghz ora in uso al ministero della Difesa ma decisamente sottoutilizzato. In questo senso stiamo pressando la politica ma anche il ministero.

Comprare le frequenze costa molto e la gara 5G ne è stata la dimostrazione. Gli operatori Fwa possono permettersi un tale esborso?

Il tema del costo dello spettro è un altro tema cruciale per le aziende del comparto. In virtù del valore sociale dell’Fwa è necessario adeguare i prezzi ai ricavi degli operatori, ricavi non sono paragonabili a quelli delle big telco. Il mercato necessita di dinamismo e non certo di limitazioni della libertà di concorrenza, che passa attraverso una maggiore disponibilità di frequenze che rappresentano la materia prima che utilizziamo per offrire i nostri servizi.

Avete un “contenzioso” aperto con Sky per il funzionamento del servizio Sky Q. Che sta succedendo?

Sky in Italia impedisce agli utenti Fwa di accedere ai contenuti che vende con “Sky fibra” creando problemi ai consumatori ed a noi operatori. Abbiamo portato la questione in Agcom che dovrà valutare questa grave violazione della neutralità della rete.

Fonte: https://www.corrierecomunicazioni.it/telco/boccardo-non-solo-missione-sociale-lfwa-pronto-a-sfidare-il-mercato/

Il digital divide, ovvero il divario tra chi ha un accesso adeguato al web e chi, per scelta o meno, non ce l’ha, è uno dei temi che ha maggiormente caratterizzato il dibattito pubblico degli ultimi anni. Potrà sembrare difficile da credere infatti, ma ancora oggi in Italia circa il 30% delle famiglie non dispone di una connessione dati stabile nelle proprie abitazioni. Le cause di questo gap tecnologico tra le diverse zone del Paese sono diverse, tra cui certamente una carenza di infrastrutture di connessione di ultima generazione. In termini di “web inclusion” l’Italia sembra essere rimasta al palo, ma non mancano le possibilità di riscatto, soprattutto con la diffusione delle nuove tecnologie 5G oramai alle porte. Ne parla Enrico Boccardo, Presidente della CFWA (Coalizione del Fixed Wireless Access), realtà da 3 miliardi di euro da anni impegnata nel garantire un accesso web ramificato anche nelle aree più isolate del Paese.

Quale è stato il suo percorso professionale prima di approdare in CFWA?

Sono un ingegnere elettronico che ha avuto la fortuna di fare delle proprie passioni una professione. Nel 2003 ho fondato BBBELL di cui sono presidente dal 2012: un’azienda specializzata in servizi in banda ultralarga e telecomunicazioni wireless che grazie alla tecnologia radio è stata in grado di portare l’accesso ad Internet in molti comuni del Piemonte e della Liguria non raggiunti dagli altri operatori telefonici. Sono sempre stato attivo nel mondo dell’associazionismo ed ho aderito alla Coalizione del Fixed Wireless Access fin dalla sua fondazione, nel 2016. La Coalizione, della quale dal novembre 2018 ricopro la carica di Presidente, è composta da 60 operatori economici della filiera del wireless fisso ed ha l’obiettivo di rappresentare in Italia le istanze di tutta l’industria.

Cosa rappresenta il FWA nel panorama della connettività nazionale?

Grazie agli investimenti effettuati sul territorio con capitale privato degli operatori, la tecnologia fixed wireless ha contribuito in modo importante al superamento del digital divide in Italia perché è riuscita a portare l’accesso ad Internet veloce, anche nelle zone più difficili del Paese in termini orografici ed economici (le cosiddette aree grigie e bianche). I risultati positivi del settore, in termini di persone connesse (+21% nel 2018) e trend di crescita dei ricavi (+30% nel 2018), sono stati recentemente certificati dall’Autorità delle Comunicazioni. Essendo una soluzione basata sull’integrazione tra fibra ottica e ponti radio, il FWA risulta una scelta intelligente, veloce e particolarmente efficace per raggiungere più rapidamente i risultati di copertura fissati a livello europeo. Grazie alle 60 imprese della Coalizione FWA, la banda larga e ultralarga ha già raggiunto oltre 1 milione di famiglie italiane, generando un fatturato complessivo annuo di oltre 3 miliardi di euro.

Come si presenta oggi il contesto italiano in termini di accesso al web?

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aumento degli accessi in banda ultralarga, ovvero sopra i 30 Megabit/s, divisi tra FTTC, FTTH e FWA. Tuttavia, solo in singoli contesti urbani molto popolosi e quindi ad alto potenziale di ritorno economico sono presenti cablature totali in fibra. Per contro, nella maggior parte del territorio, soprattutto nei piccoli comuni e nelle zone rurali o poco abitate, i servizi in fibra non sono offerti dagli operatori tradizionali. L’impegno della Coalizione è proprio quello di abbattere il divario digitale offrendo la connettività e i servizi ad essa correlati anche nelle aree in cui i grandi operatori mostrano di non essere interessati a fare business.

Quali sono le maggiori criticità per lo sviluppo del FWA?

Mi piace innanzitutto parlare di cosa si potrebbe fare per continuare a crescere, piuttosto che dire cosa lo ostacola. La Coalizione CFWA rappresenta aziende italiane molto radicate sul territorio, che sono capaci di affrontare le mille difficoltà di tipo burocratico ed ingegneristico, districandosi tra i molti adempimenti che spesso soffocano il settore. Per crescere ancora, abbiamo bisogno di una maggiore disponibilità di frequenze, da usare sui nostri ponti radio, ma anche di una rimodulazione dei prezzi delle concessioni, per renderli proporzionali ai ricavi degli operatori wireless italiani. Invece, il maggior fattore di rischio è rappresentato da una potenziale restrizione della concorrenza, anche infrastrutturale. Mi riferisco anche al progetto di creazione di una rete unica di proprietà pubblica che, se integralmente attuato, rischierebbe di ridurre gli operatori privati a meri rivenditori di servizi, nonostante gli ingenti sforzi profusi in questi anni per investire con risorse proprie. La giusta via di mezzo potrebbe essere rappresentata da un operatore, pubblico o privato, wholesale only passivo. Tutto questo potrebbe salvaguardare la concorrenza del settore, facendo crescere le nostre aziende, l’occupazione e le economie dei territori dove operiamo.

Quali potrebbero essere i prossimi passi da compiere sul tema?

Il mercato necessita di dinamismo e non certo di limitazioni della libertà di concorrenza, che passa attraverso una maggiore disponibilità di frequenze che rappresentano la materia prima che utilizziamo per offrire i nostri servizi. È necessario innanzitutto che il Governo, dopo essersi confrontato con tutti gli operatori del settore, compreso l’FWA, adotti una posizione chiara sul tema della newco, per evitare che si crei un nuovo monopolista pubblico o privato. Inoltre, andrebbero previste misure pro-concorrenziali come i voucher per l’incentivo alla domanda sui servizi di connettività ultra-broadband, per i quali il Cipe ha già stanziato 1,3 miliardi di euro da più di un anno. Nel farlo, è però necessario utilizzare un approccio neutro in termini di tecnologia, ma premiante per chi offre servizi a maggiori prestazioni.

Con la diffusione della connettività 5G verrà quasi azzerata la distinzione tra reti fisse e mobili; la tecnologia FWA sembra una delle migliori per abilitare il 5G.

Numerosi organismi internazionali hanno stabilito che il 5G non rappresenta una mera evoluzione delle tecnologie mobili, anche se molti hanno voluto farci credere il contrario. Negli Stati Uniti, già oggi AT&T e Verizon, proprio grazie al fixed wireless, hanno potuto attivare la loro offerta 5G ai clienti prima ancora che sul mercato arrivassero gli smartphone abilitati. Grazie ad una solida architettura di rete per le antenne, l’FWA diventa una valida alternativa ai servizi offerti dalla banda ultra-larga in fibra ottica.

FWA connette al futuro le zone del Paese più a rischio di esclusione. Questo potrebbe portare benefici anche in termini più ampi?

Superare il digital divide è un obiettivo di rilevanza pubblica, oltre che di business. Realizzare un’Italia connessa e senza discriminazioni territoriali produrrebbe effetti benefici non solo nelle aree interessate ma anche in termini di contesto economico generale. Lo sviluppo della connettività comporta infatti maggiori servizi, maggiori opportunità ed una maggiore produttività. Ne consegue una maggiore disponibilità di risorse che porta ad un aumento delle iniziative private e degli investimenti nei territori. Questo a maggior ragione in vista di un’offerta di servizi fixed wireless che, con velocità di connessione più elevate e bassi tempi di latenza, non farà altro che moltiplicare vertiginosamente le opportunità offerte dalla rete accelerando questa inarrestabile rivoluzione tecnologica.

Fonte: https://www.fortuneita.com/2019/02/24/web-come-azzerare-il-digital-divide/

In Piemonte siamo in dodici: la scelta di portare il segnale di Internet senza fili anche nelle zone remote si è rivelata centrata. E in futuro…
«Il nostro mercato è potenzialmente infinito, perché la tecnologia è un susseguirsi di evoluzioni. Ci sarà sempre bisogno di noi», spiega Enrico Boccardo, presidente dell’azienda piemontese Bbbell e da alcune settimane anche numero uno della Coalizione Fixed wireless access.
Quest’ultima è un’alleanza tra 60 imprese italiane (o ad azionariato prevalentemente italiano), che si occupano di portare il segnale internet senza fili anche nelle zone remote e di vendere il servizio a famiglie e imprese. Oltre a Bbbell, le altre realtà piemontesi che ne fanno parte sono 11: si va dalle torinesi Topix, Advantec, Ica-Net e Iccom alle cuneesi Elsynet e Informatica System, passando per la Città studi di Biella, la vercellese Hal Service, le alessandrine Lan Service e Mavian Max, la verbanese Emisfera. «Vogliamo dare voce a un gruppo di realtà che Messe insieme hanno un fatturato di 3 miliardi e oltre mille addetti», dice Boccardo.
Presidente, la coalizione fa arrivare il web anche nelle aree in cui i grandi operatori non sono interessati a fare business. È una sfida improba? «Tutt’altro. Finora abbiamo connesso più di un milione di famiglie, un numero in crescita del 21 per cento. Siamo in grado di portare sia la banda larga che quella ultralarga non sono in aree montane e collinari, ma anche in zone industriali. Lavoriamo sulle cosiddette aree grigie o bianche e diamo risposte a una società le cui esigenze sono in aumento costante». Perché voi ce la fata e i “big” delle telecomunicazioni no? «Per due fattori: il costo dei nostri impianti è relativamente basso e siamo in grado di essere molto veloci nell’attivazione delle linee.
I grandi gruppi hanno obiettivi diversi, non si buttano su un mercato rischioso come questo.
Noi siamo stati bravi perché ci abbiamo creduto e siamo stati visionari. Se guardo alla mia azienda, la Bbbell, abbiamo realizzato il primo impianto a La Logga nel 2006, capendo già allora che questo settore aveva grandi potenzialità».
Oltre a creare infrastrutture le vostre aziende forniranno sempre più servizi? «Siamo prima di tutto fornitori di connettività. Poi ognuna delle aziende della coalizione offre ciò che crede, dai centralini virtuali alla videosorveglianza, fino ai servizi di conservazione elettronica. Ma per fare tutto questo, resta fondamentale garantire una connessione stabile e veloce». L’obiettivo finale è superare il digital divide? «Oggi quell’espressione riguarda servizi che voglio e che per qualche motivo non posso avere.
Non è più una questione di essere connessi o no, bensì di seguire l’evoluzione della tecnologia. Se qualche anno fa bastava l’Adsl, ora imprese e famiglie hanno bisogno di connessioni sempre più veloci, perché stiamo viaggiando verso la cosiddetta “Giga society”».
Per questo dice che ci sarà sempre bisogno anche di voi piccoli operatori? «Oggi l’evoluzione tecnologica ci costringe a cambiare le nostre apparecchiature ogni 4-5 anni, proprio perché le persone hanno bisogno di maggiore velocità di connessione. Ecco perché il nostro comparto continua a crescere ogni anno a doppia cifra».

Fonte: http://cfwa.it/wp-content/uploads/2018/12/LaRepubblica_10.12.18.pdf

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